Clonazione carte di credito al bancomat

I truffatori sono sempre più ingegnosi, quando si tratta di riuscire ad accedere ai dati delle carte e ai numeri segreti. Ultimamente i casi di ‘Skimming’ presso gli sportelli automatici hanno registrato un notevole aumento, sia a livello nazionale che a livello internazionale. La cattura dei dati avviene inavvertitamente durante il prelevamento di contanti agli sportelli automatici. I professionisti montano uno “skimmer”, ovvero una specie di finta fessura per l’inserimento della carta, sopra a quella effettiva. Quest’ultimo contiene un ulteriore lettore di banda magnetica per copiare i dati memorizzati sulla carta. Una minuscola telecamera, montata in modo da passare inosservata sullo sportello bancomat, registra l’introduzione del PIN e la trasmette al truffatore. Il truffato di norma non si accorge di nulla e non nutre alcun sospetto, dal momento che porta a termine la transazione senza problemi.

In maniera analoga si cerca di accedere ai dati dei PIN mediante l’accesso alle porte di sportelli bancomat: per accedere ai locali solitamente basta infatti l’inserimento della carta per fareaprire la porta di uno sportello bancomat, non serve digitare il PIN. In ogni caso è opportuno mantenere un buon livello di prudenza, soprattutto durante il fine settimana. Se dovesse accorgersi di inusuali dispositivi, fogli, volantini o residui di colla o mastice sugli sportelli bancomat o sul lettore carte all’ingresso delle zone self-service, contatti immediatamente le Autorità.

Con le seguenti immagini si vuole dimostrare come possono essere manipolati gli apparecchi Bancomat permettendo al truffatore di accedere ai dati della carta e ai codici personali.
A prima vista sembra essere un apparecchio Bancomat normale.

In realtà è stato montato una specie di finta fessura sopra a quella effettiva, la quale legge i dati della carta inserita:

Il contenitore per volantini pubblicitari montato in prossimità della tastiera e del video sembra far parte dell’apparecchio Bancomat.

Di fatto si tratta di un espositore fittizio applicato dal truffatore.

La telecamera nascosta nel contenitore per volantini pubblicitari registra le richieste riportate sullo schermo e contemporaneamente l’introduzione del PIN.

La microcamera filma l’inserimento del PIN e le videate.

Le riprese possono essere tele-trasmesse fino a 200 metri di distanza.

LEBANESE LOOP
Si tratta di un’ulteriore forma di “furto di carta“. Scopo del meno diffuso “Lebanese Loop“ è quello di impossessarsi della carta originale. Per riuscirci viene montato sull’apparecchio bancomat un supporto, che blocca la carta e la trattiene. Per ottenere il PIN invece, vengono utilizzate delle telecamere nascoste, come nello skimming, o altri metodi di distrazione. In questo contesto si segnalano anche truffatori particolarmente scaltri, che affiancano il cliente con atteggiamenti confortanti, offrendo i propri consigli e accedendo così al PIN. Non appena il cliente si allontana, il supporto montato viene allontanato e la carta prelevata.

Metodo spesso utilizzato presso i distributori di carburante in orari serali e/o notturni dove il cliente non si preoccupa della sottrazione della carta ingannato dalla irrisoria cifra spesa tarda a chiamare la banca per bloccare la carta ma aspetta il giorno successivo per andare direttamente dal gestore del distributore.

CASH TRAPPING Il

“cash trapping”, è la nuova frontiera del furto 2.0 mediante la manomissione degli sportelli bancomat, postamat e colonnine self service. Si tratta, infatti, dell’inserimento di una striscia di plastica o di una forcina metallica nella fessura da dove escono le banconote o le tessere, trattenendole all’interno. Una microtelecamera nascosta cattura il codice del bancomat. A quel punto, non appena il titolare della carta si allontana, i ladri sono pronti a forzare lo sportellino e a recuperare la forcella estraendola con tutte le banconote o la tessera bancomat trattenuta. Ma il “cash trapping” è solo uno dei molteplici sistemi ideati dai malviventi e forse la più facile da utilizzare.

Nel caso in cui, dopo un’operazione di richiesta di contante ad uno sportello Bancomat, non dovessero uscire le banconote non allontanarsi dallo sportello, e chiamare il “112”. I militari provvederanno a constatare l’eventuale presenza del marchingegno e a interessare i gestori del servizio per ripristinarne il regolare funzionamento. In ogni caso non allontanarsi dallo sportello bloccato o manomesso e bloccare immediatamente la carta attraverso il numero verde a disposizione dei clienti.

BANCONOTA A TERRA

il trucco della banconota a terra, che è semplice ma molto efficace. Il truffatore/ladro si mette accanto all’ignara correntista/o e con gli occhi carpisce il codice segreto che la poveretta/o digita sulla tastiera per prelevare il soldi. Lo trascrive su un taccuino e poi con un cenno degli occhi da il segnale ai suoi complici. A un tratto scatta la seconda fase del piano. Velocemente il complice alle spalle dell’anziana piazza una banconota a terra, poi a un certo punto attira l’attenzione della vittima toccandole un braccio e chiedendole: «Scusi signora, sono suoi questi soldi a terra?». Lei si volta, guarda il denaro sul pavimento, istintivamente fruga nella borsa e quindi si piega per raccogliere i soldi, un po’ sorpresa e un po’ confusa. A quel punto entra in scena la terza complice. Mentre la signora era di spalle, prendeva il bancomat uscito dalla bocchetta dello sportello, infila un’altra tessera rubata in precedenza, senza un euro, e fila via. L’anziana si rialza e quando si volta per riprendere card ed euro sparisce pure la donna che l’ha tratta in inganno col trucco della banconota a terra.

Pubblicato da evasimola

Il blog è diretto dalla dottoressa Eva Simola presidente dell'Associazione "Legalità Sardegna" [email protected] codice fiscale 91027470920 Cellulare +393772787190